Prendendo a prestito la sapienza di antichi maestri come Cranach e Dürer, Peter Zimmermann sovrappone strati di pittura allo scopo di ottenere un effetto di fine trasparenza. La pittura a olio è qui sostituita da resina epossidica in cui vengono inseriti in modo casuale pigmenti acrilici. Peter Zimmermann reinventa anche l’Action Painting e la Color Field Painting, conferendo loro una svolta postmoderna. I temi astratti presenti nella sua opera sin dalla fine degli anni novanta originano paradossalmente da rappresentazioni figurative. Grazie a strumenti informatici e a tentennamenti del pennello, l’artista deforma immagini, testi e segni contenuti nel suo personale vasto repertorio di immagini assortite che richiama gli atlanti di Gerhard Richter e di Warburg. I file digitali ottenuti in questo modo, che costituiscono le matrici dei suoi futuri dipinti, sono successivamente trasformati. I dipinti “tattili” di Peter Zimmermann posseggono una luminosità e una eccezionale sensualità interna che derivano dalla sua tecnica complessa.